Antonio Vivaldi
Concerti per flauto & flautino
Dorothee Oberlinger, flûte à bec
Arcana, 2005
Le Monde de la Musique:
All the recorder concertos on this CD - chamber concertos or solo concertos - were written expressly for "flauto" or "flautino" and show with what imagination, delicacy, freshness, virtuosity and sometimes even melancholy, Vivaldi wrote for this instrument...
Détails
Antonio Vivaldi
Concerto in re maggiore "La Pastorella" RV 95 per flauto, archi e b.c.
Allegro | Largo | Allegro
Concerto in sol maggiore RV 101 per flauto, archi e b.c.
[...] | Largo | Presto
Concerto in la minore RV 108 per fauto, archi e b.c.
Allegro | Largo | Allegro
Concerto in do maggiore RV 444 per flautino, archi e b.c.
Allegro non molto | Largo | Allegro molto
Concerto in sol maggiore RV 443 per flautino, archi e b.c.
[...] | Largo | Allegro molto
Concerto in fa maggiore per flauto, archi e b.c.
Allegro | Cantabile (prima versione, incompleta) | Largo e cantabile | Allegro
Concerto in si bemolle maggiore "Conca" RV 163 per archi e b.c.
[...] | Allegro | Andante (parte del flautino di Giorgio Fava) | Allegro
Sonatori de la Gioiosa Marca
Giorgio Fava, violino
Giovanni Dalla Vecchia, violino
Judit Foldes, viola
Walter Vestidello, violoncello
Giancarlo Pavan, violone
Giancarlo Rado, arciliuto
Giampietro Rosato, cembalo
Elisabetta De' Mircovich, viella
Booklet
I concerti per flauto & flautino
Quando nel 1741 a Vienna fu sepolto in una fossa comune, Antonio Vivaldi, che in un non lontano passato era stato un pioniere, era oramai dimenticato. I più celebri compositori d’Europa, primo tra tutti Johann Sebastian Bach, avevano preso a modello i suoi concerti contendendosi le edizioni delle sue opere, in particolare “L’Estro Armonico”. Il “prete rosso” era stato in seguito costretto, negli anni che precedettero la sua morte a separarsi da molte delle sue composizioni, vendendole ad esempio all’Ospedale della Pietà, ov’era stato lungamente attivo con l’incarico di “maestro de’ concerti”.
Il celebre compositore e violinista, tanto sollecitato nel passato da teatri e committenti, morì in un’epoca che non s’interessava più al suo stile. Vivaldi cadde nell’oblio per due secoli. Soltanto nel 1940 ebbe inizio la riscoperta della sua opera, ed essa dura ancora oggi: numerose registrazioni e studi avanzati, come quelli di Federico Sardelli (I flauti di Vivaldi, Firenze, 2000), sono stai realizzati nel corso degli ultimi anni. Un concerto per flautino, recentemente ritrovato (RV 312R), fa oggi parte del repertorio, e le ricerche continuano…
Tutti i concerti contenuti in questo CD – nella forma di concerti da camera o di concerti per strumento solista – furono composti espressamente per “Flauto” o “Flautino” (termini con cui Vivaldi indica il flauto dolce, distinguendolo dal flauto “traverso” o “traversiere”) e mostrano con quanta immaginazione, delicatezza, freschezza, virtuosismo e talvolta malinconia Vivaldi scrisse per questo strumento.
Abbiamo scelto di utilizzare il diapason a 440 Hz, poiché a Venezia, in quei tempi il la era più alto che in altri centri musicali, come Roma, ad esempio, dove si suonava a 392 Hz. Questa accordatura dona agli strumenti montati in budello un suono più chiaro e brillante.
Il Concerto da camera RV 101 e il Concerto per flauto RV 442 costituiscono, assieme ad altre composizioni, la materia prima per la più tardiva e popolare op.10 per flauto traverso, stampata nel 1728 dall’editore Le Céne ad Amsterdam. L’inizio dell’Allemanda della Sonata per violino RV 4 è all’origine dei primi passaggi a solo del Concerto da camera RV 101 e dell’ulteriore versione per flauto e archi dell’op. 10 n°6.
Il Concerto RV 442 in fa maggiore “ con tutti gli strumenti sordini”, è un esempio di come Vivaldi sia riuscito a sfruttare in vari modi lo stesso materiale musicale: egli ha, infatti, trasposto tutti i movimenti di questo concerto (trascritto anch’esso per flauto traverso nell’op. 10 n°5 RV 434) in altrettante arie da capo del suo repertorio operistico: il primo movimento nel Teuzzone (I, 4), il secondo in Tigrane (II, 4) e il terzo nel Giustino (III,7). Nella partitura autografa conservata a Torino, si trova un’indicazione per il copista impegnato alla stesura dell’op.10: richiede che il secondo movimento sia trasportato in sol minore, probabilmente perché la tonalità originale di fa minore non metteva in risalto le qualità timbriche del flauto traverso. Inoltre il manoscritto contiene una versione anteriore, incompleta ma leggibile, del secondo movimento (un cantabile) che abbiamo trovato interessante aggiungere al CD (traccia n°17). Gli stessi colori invernali e la quieta atmosfera del Concerto RV 442 si ritrovano ancora nel Concerto per violino RV 270 “IL Riposo / Per il SS. Natale”, accompagnato anch’esso dai “violini sordini”.
Il Concerto in la minore RV 108 ricorda, con la sua orchestrazione per flauto, due violini e basso continuo, i 24 concerti di Flauto di Diversi autori (1725) conservati al Conservatorio di Musica di S.Pietro a Majella a Napoli. Questo Concerto occupa nell’opera di Vivaldi un posto d’eccezione, poiché è il solo nel suo genere. Nel primo movimento i violini ed il flauto si rinviano un tema in anapesti, mentre l’ultimo movimento ricorda una tarantella. Nel primo e nel terzo movimento, indicando delle possibili varianti, Vivaldi lascia aperta la possibilità di eseguire il concerto in alternativa con l’oboe.
I due Concerti virtuosistici per flautino in do maggiore, RV 443 e RV 444, esigono una vivacità d’esecuzione più da violino che da strumento a fiato. Essi erano probabilmente destinati a un interprete straordinario e furono scritti più o meno nello steso periodo di tempo, tra il 1728 e il 1729. Nel manoscritto del Concerto RV 443, l’annotazione in margine “alla quinta bassa” costituisce un enigma per i ricercatori e lascia qualche dubbio riguardo all’utilizzo di un flauto sopranino in fa, per altro la scelta più frequente tra gli interpreti d’oggi. Si tratta forse di una nota inserita successivamente e che offre al flautista la possibilità di eseguire il Concerto nella tonalità trasportata di Sol maggiore con il flauto soprano in do, in modo che i passaggi sovra acuti non suonino troppo “stridenti” – è forse questa una soluzione particolarmente adatta al secondo movimento, una siciliana riccamente ornamentata e di ampio respiro. Pur senza la pretesa di sciogliere l’enigma, abbiamo trovato interessante un confronto sonoro tra il Concerto RV 443 con il flauto soprano e il Concerto RV444 con il flauto sopranino.
I Concerti della Natura furono tra i temi più favoriti di Antonio Vivaldi, per l’eloquenza dei titoli e le possibilità del loro programma. In Italia però l’imitazione della natura, paradigma dell’arte francese del XVIII secolo, era subordinata ancora alla visione dell’uomo, centro della natura stessa. Le atmosfere contadine appaiono così rappresentate da idilliaci quadri “alla rustica” commentati dallo sguardo distaccato e artisticamente trasfigurato di uno spettatore borghese.
Accanto al Concerto in re maggiore RV 95 “La pastorella”, di cui abbiamo sottolineato il fascino popolaresco ricorrendo alla ghironda nel primo e nell’ultimo movimento, e il cui melos nel movimento centrale fa pensare alla zampogna, si trova in questo disco un altro concerto a programma, per soli archi: il Concerto RV 163 in si bemolle maggiore “Conca”, composto dopo il 1727. Si tratta di un omaggio di Vivaldi a uno stile compositivo caratteristico d’Oltralpe (si pensi ai violinisti J.H.F.Biber o a J.J.Walther), stile che influenzò peraltro la scrittura primitiva tromba per avvisare i marinai dell’avvicinarsi della tempesta. E’ facile in questo Concerto riconoscere il segnale della conchiglia, suggerito dagli unisoni a mo’ di tromba, così come l’avvicinarsi del temporale evocato dal tremolo degli archi. Un tema semplice (si bemolle- fa- si bemolle) attraversa la composizione e mostra come Vivaldi abbia qui realizzato delle “sperimentazioni formali” particolarmente “radicali ed immaginative” (cfr. Talbot). Conoscendo i rapporti di Vivaldi con l’aristocrazia austro- céca, non si può escludere che egli sia stato incaricato di immortalare la Wettertrompete, una conchiglia- tromba appunto, dalle magiche capacità d’influsso atmosferico, in uso nelle campagne cèche (cfr. Talbot).
Il secondo movimento del Concerto “Conca”, composto nella forma tipica dell’aria, appare qui in una veste affatto nuova: nel contesto di una raccolta di Concerti per flauto, Giorgio Fava ha scritto un’originale parte solistica per flautino che s’inserisce perfettamente nell’atmosfera della composizione.
DOROTHEE OBERLINGER
Traduzione: F. Ferruccio Nuzzo
LETTERATURA:
Michael Talbot : Antonio Vivaldi. Stuttgart 1985
Michael Talbot: Vivaldi´s Conch Concerto.
Winfried Michel: Vorwort zu : 3 Concerti per Flautino. Münster 1999
Federico Sardelli: I Flauti di Vivaldi. Firenze 2000
Info
Recording location: Chiesa di S.Vigilio (Col S.Martino),Italy, 23-26 September 2004
Executive producer: Dr Richard Lorber (WDR) & Michel Bernstein
Sound engineer: Michel Bernstein & Anne Decoville
Editing: Anne Decoville (Leitmotiv)
Total Timing: 57’ 30’’
Co-Production Arcana/Westdeutscher Rundfünk [WDR 3] Köln